[lang_it]“Chissà quante volte ci siamo chiesti, guardando servizi fotografici di grandi autori (mi sovviene al volo Lanting, Iwago, Peshack … e quanti me ne sovvengono!), che quello scatto in “panning” inserito tra le immagini di un ampio racconto, è proprio un punto di forza del racconto stesso, un’immagine che aggiunge storia alla storia. Sì, e allora, chi scrive queste note, si è sempre chiesto con quale coraggio, maestria e sangue freddo scientemente un autore decida di chiudere il diaframma e abbandonarsi a tempi da MOSSO GARANTITO. Il Nostro Raffaele ci ha raccontato che le cose non stanno proprio così. L’eccezionalità dell’incontro tra la volpe inattesa e Raffaele è avvenuto, tanto per cambiare, non nella direzione d’azione, per la quale Raffaele era pronto a catturare immagini; no, maledizione, la volpe è arrivata da tutt’altra parte, irraggiungibile da qualsiasi torsione della testa del treppiede; e Raffaele ha deciso di improvvisare, di tentare e di scattare, scattare ugualmente alla faccia dei tempi di sicurezza e dell’ABC del buon fotografo. E l’audacia ha pagato. Il mosso di questo scatto si armonizza nel movimento della volpe e ci trasmette il senso di fuggevolezza di un istante irripetibile, colto nel suo divenire. E allora guardando certi scatti blasonati, non possiamo escludere che anche i grandi autori si siano trovati come Raffaele nel posto giusto, ma nelle condizioni “sbagliate” e abbiano deciso di fare esattamente la stessa cosa: scattatare ugualmente.” – Valerio Brustia
Mentre ero sdraiato a sfruttare le ultime luci del tramonto dietro ad alcuni limicoli, vedo con la coda dell’occhio a circa 60-70 metri una bellissima volpe che corre in tutta fretta. L’unico scatto riuscito è una specie di mezzo miracolo… La macchina era impostata in fuoco continuo, raffica veloce e auto iso… Il problema è che il treppiedi (Manfrotto 055X ProB) era in posizione aperta con colonna in orizzontale per essere il più possibile vicino al terreno… mi sono rapidamente inginocchiato, facendo perno su due delle gambe del treppiedi l’ho ruotato in verticale (in pratica un incrocio fra un treppiedi ed un monopiede…) inquadrato e premuto il pulsante di scatto. L’autofocus della D300s ha dato prova della propria affidabilità, e Valerio non poteva descrivere meglio la situazione…
Per i più curiosi questi sono i dati di scatto:
D300s, Sigma 400 apo macro + tc 1.4, f/8, misurazione spot, 1/80 s (!), 3200 iso.[/lang_it]