In una luminosa mattina invernale due cigni attirano la mia attenzione. Nuotano pigramente in un acquitrino temporaneo, creato dalle piogge copiose dei giorni precedenti. Mi avvicino dall’unica direzione possibile, con il sole contro. La luce è molto interessante, abbondante e luminosa, con il sole ancora non troppo alto, siamo alla fine di Dicembre dopo tutto. Comincio a maturare idee, sensazioni, su come fotografare i cigni. Inizio tentando un controluce per far risaltare la silhouette dei colli, ma non sono soddisfatto. Tento, in seconda battuta, di sfruttare i riflessi superficiali per esaltare lo sfondo con bokeh puntiformi, ma anche questi scatti, seppur più interessanti non sono completamente soddisfacenti. Cerco allora di valorizzare l’enorme quantità di luce brillante e di avvicinarla al candore delle piume dei cigni. L’esposimetro della macchina fotografica, nonostante i miei sforzi, non riesce a fornire la combinazione giusta di scatto per ottenere ciò che sto cominciando a visualizzare in mente. Decido allora di passare in modalità manuale, dopo qualche iniziale tentativo per tarare l’esposizione riesco ad ottenere ciò che avevo visto prima di scattare. Un’inondazione di luce che, tono su tono, esalta il candore del piumaggio e le linee sinuose e delicate del cigno.